Photo: Valentino Bianchi

Photo: Valentino Bianchi

GIADA GANASSIN, ILLUSTRATOR

April 7th 2020

ENG

Giada Ganassin is an Italian Illustrator who lives and works in Paris. She holds a Master’s Degree in Information Design from Design Academy of Eindhoven. All her projects, from graphics to illustration for publishing, to installations in public spaces, are characterized by the poetic synthesis of her formal language.


ITA

Giada Ganassin è un'illustratrice italiana che vive e lavora a Parigi. Ha conseguito un Master in Information Design alla Design Academy di Eindhoven. Tutti i suoi progetti, dalla grafica all'illustrazione per editoria fino alle installazioni in spazi pubblici, sono accomunati dalla sintesi poetica del suo linguaggio formale. 

www.giadaganassin.com

 

ENG

LZ: What role did your Information Design training play in developing your style? What are your sources of inspiration?

GG: At University they taught me that every “project” responds to a need and drawing for the sake of drawing sometimes poses problems for me. My graphic training meant that I started drawing in vector, but without having even wanted to learn how to us Illustrator “as it should be”, and that I developed an interest in an increasingly stylized, synthetic and precise visual language, thinking of the drawings as if they were icons or small logos, often without a background. Usually I draw the same subject obsessively, over and over again, in order to get to the desired result.
When I need inspiration I visit a museum, I read any poem or phrase from a book by Cesare Pavese and then I think about it.


IT

LZ: Che ruolo ha avuto la tua formazione in Information Design nello sviluppo del tuo stile? Quali sono le tue fonti di ispirazione?

GG: All’università mi hanno insegnato che ogni “progetto” risponde ad un “bisogno” e disegnare per il gusto di disegnare talvolta mi pone dei problemi. La mia formazione grafica ha fatto sì che iniziassi a disegnare in vettoriale, ma senza aver mai voluto imparare ad utilizzare Illustrator “come si deve”, e che sviluppassi un interesse per un linguaggio visivo sempre più stilizzato, sintetico e preciso, pensando i disegni come fossero icone o piccoli loghi, spesso senza sfondo. Di solito disegno lo stesso soggetto in modo ossessivo, più e più volte, per poter arrivare al risultato sperato.
Quando ho bisogno di ispirazione visito un museo, leggo una poesia o una frase qualsiasi da un libro di Cesare Pavese e poi ci penso su.

Tra i fiori, 2019

Tra i fiori, 2019

 
After Work Play, Maia, Porto (PT), 2017. Photo: Paulo Dos Sousa

After Work Play, Maia, Porto (PT), 2017. Photo: Paulo Dos Sousa

 
After Work Play, Maia, Porto (PT), 2017. Photo: Paulo Dos Sousa

After Work Play, Maia, Porto (PT), 2017. Photo: Paulo Dos Sousa

 
Erikona carpet. Photo: ©Mum’s

Erikona carpet. Photo: ©Mum’s

ENG

LZ: What happens when your illustration interacts with other materials, different from the paper support? How was your experience with textiles in the Erikona carpet series?

GG: Once a drawing leaves the paper and becomes an object it gets a completely different meaning, it begins to have a function and to interact with life around it. On a A4 paper sheet the drawing of a sleeping woman does not have the same meaning as the drawing painted on a wall laid on the grass, next to a busy road.
In Maia, a hamlet of Porto, there are five of my blue drawings painted on azulejos, in the middle of a popular neighborhood, at the entrance of a factory converted into a shopping centre. They were conceived and drawn on my computer in Paris in late spring 2017 and then enlarged, divided into squares the size of a tile, printed, transformed into stencil, painted, numbered, cooked and put together by me and ten other people in the summer, making the result a collective effort, a project that starts on the computer to take shape elsewhere and finally interact every day with the inhabitants of the neighborhood. During the laying of the azulejos, passers-by stopped to browse and I hope that today the sequence of drawings has become a reference point in the landscape, so that teenagers can meet “where the woman is sleeping”.

The Erikona series of rugs came to life thanks to the solidarity project of Mum’s, which gives works to artisans in developing countries. Also in this case designs are made by me and then sent to India where they are rethought and adapted to the loom by the craftsman who will weave them. The results are many versions of the original design and here too I feel like the engine of the making process the object, which then comes to life by itself. Knowing that there is an Erikona laying on the floor of a room is like contributing to the addition of a familiar presence to those who live in the house.
I like to imagine the life of these drawings once away from me, both in public and domestic spaces and the new meanings that are attributed to them.


IT

LZ: Cosa accade quando la tua illustrazione interagisce con altri materiali diversi dal supporto cartaceo? Com'è stata la tua esperienza con il tessile nella serie di tappeti Erikona?

GG: Una volta che un disegno abbandona il supporto cartaceo e diventa un oggetto acquista un significato completamente diverso, comincia ad avere una funzione e ad interagire con la vita intorno a sé. Su un foglio di carta A4 il disegno di una donna addormentata non ha lo stesso significato dello stesso disegno dipinto su una parete posata sull’erba, accanto ad una strada trafficata.
A Maia, frazione di Porto, ci sono cinque miei disegni blu dipinti su azulejos, nel mezzo di un quartiere popolare, all’entrata di una fabbrica convertita in centro commerciale. Sono stati pensati e disegnati sul mio computer a Parigi a fine primavera del 2017 e poi ingranditi, divisi in quadrati della dimensione di una piastrella, stampati, trasformati in stencil, dipinti, numerati, cotti e messi insieme da me e altre dieci persone in estate, rendendo il risultato uno sforzo collettivo, un progetto che inizia sul computer per prendere forma altrove e finalmente interagire ogni giorno con gli abitanti del quartiere. Durante la posa delle azulejos i passanti si fermavano a curiosare e spero che oggi la sequenza di disegni sia diventata un punto di riferimento nel paesaggio, così che gli adolescenti possano darsi appuntamento “dove c’è la donna che dorme”.

La serie di tappeti Erikona ha preso vita grazie al progetto solidale di Mum’s, che dona lavoro agli artigiani nei paesi in via di sviluppo. Anche in questo caso i disegni sono realizzati da me e poi inviati in India dove vengono ripensati e adattati al telaio dall’artigiano che li tesserà. Il risultato sono tante versioni del disegno originale e anche qui mi sento come il motore del processo di realizzazione dell’oggetto che però poi prende vita da sé. Sapere che c’è un’ Erikona distesa sul pavimento di una stanza è come contribuire all’aggiunta di una presenza familiare per chi abita la casa.
Mi piace immaginare la vita di questi disegni una volta lontani da me, sia nello spazio pubblico che domestico e i nuovi significati che gli vengono attribuiti.

 

ENG

LZ: What are you working on right now?

GG: I draw feet well anchored on the ground, hands that looks like roots, heads in the clouds, women sleeping. From some weeks now, like everyone else, I have not left the house and I have been drawing women who wash or move from one room to another following the movement of the sun at the window, as if they were plants.
I am preparing an exhibition that should be held in Rome, at the Marini Library, in July - part of the cycle of exhibition on the new Italian Illustration FRESCO.


IT

LZ: A cosa stai lavorando in questo momento?

CL: Disegno piedi ben ancorati a terra, mani che sembrano radici, teste tra le nuvole, donne che dormono. Da qualche settimana come tutti non esco di casa e disegno donne che si lavano o si spostano da una stanza all’altra seguendo il movimento del sole alla finestra, come fossero piante.
Sto preparando una mostra che si dovrebbe tenere a Roma, alla Libreria Marini, a luglio, parte del ciclo di esposizioni sulla nuova illustrazione italiana FRESCO.

Finestra, 2020

Finestra, 2020