Photo: Alessandro Destro.

UNCOLOUR STUDIOS, DESIGNER

February 3rd, 2023

ENG

UNCOLOUR Studios was founded by two experimental textile designers based in Eindhoven, Netherlands: Anabel Poh and Sarah Roseman. Anabel Poh (1998) is a Singaporean independent textile designer and innovation consultant and Sarah Roseman (1999) is a Canadian independent object, textile and material designer. The pair met during their time at Design Academy Eindhoven where they both developed a love and sensitivity to colour, pattern, textile and finish. Since starting UNCOLOUR Studios, Anabel takes on the role of the expert in impact-driven systems design and Sarah is the hands-on meticulous material researcher. This is in addition to their chemist, Srishti Gupta, who is the team’s chemical expert. She conducts quantitative and qualitative analysis to optimise the effectiveness of the product.


ITA

UNCOLOUR Studios è stato fondato da Anabel Poh e Sarah Roseman, due designer dedicate alla sperimentazione in ambito tessile, con sede a Eindhoven, nei Paesi Bassi. Anabel Poh (1998) è una designer tessile indipendente di Singapore e consulente per l'innovazione, mentre Sarah Roseman (1999), canadese, è una designer indipendente di prodotti, tessuti e materiali. Le due designer si sono conosciute durante il periodo trascorso alla Design Academy di Eindhoven, dove entrambe hanno sviluppato la passione e la sensibilità per il colore, i pattern, i tessuti e le finiture. Da quando hanno fondato UNCOLOUR Studios, Anabel ha assunto il ruolo di esperta nella progettazione di sistemi d'impatto e Sarah quello di ricercatrice di materiali, con un approccio meticoloso e pratico. A ciò si aggiunge la chimica Srishti Gupta che conduce analisi quantitative e qualitative per ottimizzare l'efficacia del prodotto.

www.uncolourstudios.com

 

ENG

LZ: Your project UNCOLOUR Studios has the mission to develop bio-based inks for silkscreen printing on textiles and is determined to put a commercially viable product on the market.
Which are the main motivations behind the project and who are you hoping to reach?

US: UNCOLOUR is the first entirely biodegradable and bio-based screen printing ink derived from natural colours. This project intends to push the frontiers of industrial printing in textiles by precisely developing a one of its kind natural silkscreen binder. Hence, giving a viable commercially-scaleable alternative within the textile industry to replace plastisol- or acrylic-based screen printing inks. Despite the rising use of natural dyes within the textile industry, natural printing has yet to be explored. UNCOLOUR's pigments are sourced from different industries, largely within the sector of food and agricultural waste. With an understanding of each pigment's colour fastness, we hope to utilise the natural colour-fading aspect as a tool to layer, build and create dynamic colour palettes. As a result, this enables a shift in existing consumer mindsets towards a more realistic and sustainable attitude to colours in the textile industry.
As the accumulation of textile waste becomes a pertinent issue globally, the use of synthetics within our garments and textiles prolong the degradation. Printing and dyeing wastewater also accounts for about 10% of the total wastewater globally. Due to the biodegradable nature of our formula, we hope to ease these issues.
From a more personal standpoint, during our time at Design Academy Eindhoven, we had no other alternatives to plastisol- or acrylic-based inks. With UNCOLOUR, we hope to provide this alternative to the current and future generation of designers. Hence, the first step of our pilot program is to introduce our inks into design and art schools, as well as small design studios.


IT

LZ: Il vostro progetto UNCOLOUR Studios ha la missione di sviluppare inchiostri e paste a base biologica per la serigrafia su tessuti ed è focalizzato a immettere sul mercato un prodotto commerciale.
Quali sono le principali motivazioni alla base del progetto e chi vorreste raggiungere?

US: UNCOLOUR è la prima pasta per stampa serigrafica interamente biodegradabile e “bio-based” derivata da colori naturali. Questo progetto intende spingere le frontiere della stampa industriale nel settore tessile, sviluppando con precisione un legante serigrafico naturale unico nel suo genere. In questo modo si offre una valida alternativa su scala commerciale all'industria tessile per sostituire gli inchiostri serigrafici a base di plastisol o acrilico. Nonostante il crescente utilizzo di coloranti naturali nell'industria tessile, la stampa naturale non è ancora stata esplorata. I pigmenti di UNCOLOUR provengono da diverse industrie, in gran parte dal settore degli scarti alimentari e agricoli. Grazie alla conoscenza della solidità del colore di ciascun pigmento, vorremmo utilizzare l'aspetto della dissolvenza naturale del colore come strumento per stratificare, costruire e creare palette di colori dinamiche. Ciò consente di modificare la mentalità dei consumatori verso un atteggiamento più realistico e sostenibile nei confronti dei colori nell'industria tessile.
Poiché l'accumulo di rifiuti tessili diventa un problema pertinente a livello globale, l'uso di materiali sintetici nei nostri indumenti e tessuti ne prolunga il degrado. Le acque reflue di stampa e tintura rappresentano inoltre circa il 10% delle acque reflue totali a livello globale. Grazie alla natura biodegradabile della nostra formula, speriamo di risolvere questi problemi.
Da un punto di vista più personale, durante il periodo trascorso alla Design Academy Eindhoven, non c’erano altre alternative agli inchiostri a base di plastisol o acrilici. Con UNCOLOUR speriamo di fornire questa alternativa alla generazione attuale e futura di designer. Pertanto, il primo passo del nostro programma pilota consiste nell'introdurre i nostri inchiostri nelle scuole di design e d'arte, nonché nei piccoli studi di design.

Results of the Residency at Lottozero
Fotos: Alessandro Destro

 

ENG

LZ: An article published by Cath Sleeman in 2020 went viral as it presented a study of the Science Museum Group Collection (GB), which showed how the colours of objects have changed through the decades and demonstrated a trend in the rise of grey over time.
In your opinion, what role has colour played in our lives so far, at what point are we now and where are we headed towards?

US: UNCOLOUR is all about colours. It is funny how ironic our name is! When we came up with the name UNCOLOUR Studios, we loved the idea that with our inks, we are able to redefine the use of colours in textiles. Essentially, uncolouring the industry. Colours have been an integral part of our practice, even as independent designers. We use colours everyday - as a form of expression in our clothing; an identifier of our taste in furniture; a communicative tool to understand when to cross the road. Within current trends in fashion, lifestyle and food, there is a resurgence of colours, from the eclectic style of mid-century modern interiors to the brightly printed garments to the colourful salad bowls. It is very interesting to say that there is a rise in the colour grey as we do not see it or choose not to see it. We are in a very critical and interesting post-pandemic moment, where people crave to move, travel, create, care and immerse in something colourful. With the rise of planet-positivity, we envision a more sustainable, forgiving but still vibrant future for colours. For decades, the use of synthetic colours have been normalised, due to the low cost and strong colour fastness. With UNCOLOUR, we hope to build a future normalising natural pigments used in the textile and fashion industry. They are made to fade, degrade and return to nature.


IT

LZ: Un articolo pubblicato da Cath Sleeman nel 2020 è diventato virale perché presentava uno studio della Science Museum Group Collection (GB), che mostrava come i colori degli oggetti sono cambiati nel corso dei decenni e dimostrava una tendenza all'aumento del grigio nel tempo.
Secondo voi che ruolo ha avuto il colore nella nostra vita fino a oggi, a che punto siamo adesso e verso dove siamo diretti?

US: UNCOLOUR è tutto incentrato sui colori. È buffo quanto sia ironico il nostro nome! Quando abbiamo ideato il nome UNCOLOUR Studios, ci è piaciuta l'idea che con i nostri inchiostri potessimo essere in grado di ridefinire l'uso dei colori nei tessuti. In sostanza, “discolorare” l'industria. I colori sono stati parte integrante della nostra pratica, anche come designer indipendenti. Usiamo i colori ogni giorno: come forma di espressione nel nostro abbigliamento, come elemento identificatore del nostro gusto in fatto di arredamento, come strumento di comunicazione per capire quando attraversare la strada. Nelle attuali tendenze della moda, dello stile di vita e dell'alimentazione si assiste a una rinascita dei colori, dallo stile eclettico degli interni moderni della metà del secolo scorso, agli abiti con stampe vivaci, alle insalatiere colorate. È molto interessante constatare che c'è un aumento del colore grigio perché non lo vediamo o scegliamo di non vederlo. Ci troviamo in un momento post-pandemico molto critico e interessante, in cui le persone desiderano muoversi, viaggiare, creare, prendersi cura e immergersi in qualcosa di colorato. Con l'aumento della sensibilità verso il pianeta, ci immaginiamo un futuro più sostenibile, indulgente ma sempre vibrante per i colori. Per decenni, l'uso di colori sintetici è stato normalizzato, grazie al basso costo e alla forte resistenza del colore. Con UNCOLOUR, speriamo di costruire un futuro normalizzando i pigmenti naturali utilizzati nell'industria tessile e della moda. Sono fatti per sbiadire, degradarsi e tornare alla natura.

 

ENG

LZ: What do you think the future impacts of a project like Uncolour could be? In what “school of thought” or design ideology would you position the project?

US: UNCOLOUR will hopefully bring a new norm to colours in the textile industry, because natural colours fade with use and time. We were always taught to design products that last. However, consumers no longer value materials like the past. Despite having a rise in the awareness of care for objects, there is still an urgency to deal with copious amounts of textile waste. If we do not change the materials we manufacture with, this accumulation will continue and lands will drown in discarded polyester. It is a complicated matter to balance between designing to last or to biodegrade. This is something that UNCOLOUR is still trying to perfect. By creating a niche product within a sector of printing in the textile industry, this can be part of a growing ripple effect of sustainable products.


IT

LZ: Quali pensate possano essere gli impatti futuri di un progetto come Uncolour? In quale "scuola di pensiero" o ideologia del design collochereste il progetto?

US: Speriamo che UNCOLOUR possa rappresentare una nuova norma per i colori nell'industria tessile, perché i colori naturali svaniscono con l'uso e il tempo. Ci hanno sempre insegnato a progettare prodotti che durano nel tempo. Tuttavia, i consumatori non apprezzano più i materiali come in passato. Nonostante sia aumentata la consapevolezza della cura degli oggetti, c'è ancora l'urgenza di gestire le grandi quantità di rifiuti tessili. Se non cambiamo i materiali con cui produciamo, questo accumulo continuerà e le terre affogheranno nel poliestere scartato. È una questione complicata trovare un equilibrio tra progettare per durare e biodegradare. Questo è un aspetto che UNCOLOUR sta ancora cercando di perfezionare. Creando un prodotto di nicchia all'interno di un settore di stampa dell'industria tessile, questo può essere parte di un crescente effetto a catena di prodotti sostenibili.